Se siete lettori dallo stomaco forte, Butterfly, è il thriller psicologico che fa per voi.
Grazie ad una delle immagini più iconiche e famose del test di Roschach in copertina, ci introduciamo nel mondo della psiche, della psicologia e della psichiatria.
Mondo misterioso, affascinante e suggestionante che al suo interno, purtroppo ancora oggi, non smette di raccontarci storie tristi di persone fragili.
La famosa critica cinematografica finlandese, Martta Kaukonen, ispirata dal luogo dove vive e che purtroppo fino a trent’anni fa aveva il tasso più alto di suicidi ed abusi, ha intessuto una trama misteriosa con un baricentro a spirale che non lascia scampo.
Ira, Clarissa, Pekka e Arto.
Ognuno di loro nasconde un segreto e tutti hanno una colpa da espiare.
Ma proprio quando tutti i segreti sembrano al sicuro, Ira e Clarissa si incontrano. Adolescente in bilico tra la vita e la morte una, psicoterapeuta alla moda l’altra: entrambe unite da un segreto che lentamente comincia a sgretolarsi con effetto domino sulla vita di Pekka e Arto.
“Ogni individuo ha un’identità”. A me mancavano i pilastri per la costruzione dell’Io. Ero un quadro bianco, una tela vuota. Avevo dovuto dipingere da sola la mia immagine.”
Con un linguaggio esplicito, Butterfly ci accompagna nei meandri delle menti malate; laddove le manie ossessive compulsive sono soltanto la punta dell’iceberg di una verità difficile da raccontare, l’autrice spiattella senza mezzi termini il problema dell’alcolismo, degli abusi infantili, del tradimento e dell’anoressia.
Butterfly è un thriller audace e vivo.
Un romanzo che non vuole dribblare il dolore ma che, anzi, ce lo racconta specificatamente; ed è anche il suo modo per denunciare le incapacità genitoriali.
“Grandi e piccini sorridono nelle foto, con o senza motivo. I nostri album sono pieni di bugie; non testimoniano una vita felice, bensì il nostro desiderio di vivere nella menzogna.”
Ogni protagonista ha il suo spazio.
La “prima persona” utilizzata, dunque, diventa il mezzo con cui il protagonista di turno riesce a trasmettere in maniera magistrale “il suo respiro” narrativo.
“Era come un’ombra cupa e minacciosa ai confini del mio campo visivo, che sfuggiva non appena mi voltavo verso di lei. Forse pensavo che se di una cosa non si parla non esiste.”
Credo sinceramente che non vi siano motivi per non leggere Butterfly.
Dentro queste pagine abbiamo la possibilità di sdoppiarci e vivere anche noi quelle vite inimmaginabili.
Buona lettura!
Un doveroso ringraziamento da parte de ilcalamaioeletronico.it agli amici de La bottega del giallo. Le loro recensioni sono disponibili sul sito labottegadelgiallo.com