Una storia diversa. Non quella narrata dai Savoia. Non quella narrata dai Borboni. Questa storia l’hanno raccontata in pochi ed è quella dei contadini, della povera gente umiliata, sfruttata, seppellita viva per mano degli uni e degli altri. La storia del popolo della Terra di Lavoro, dei suoi figli, delle sue figlie. La storia di Michelina De Cesare, donna del sud consapevole e fiera. Brigantessa torturata fino alla morte dall’esercito sabaudo. Esibita in pubblica piazza, nuda e sfigurata, insieme alle salme dei suoi compagni.
Vincitore del premio “Città di Castello” nel 2008.
Un omaggio a uno scrittore scomparso poco meno di un anno fa la cui narrativa ci manca e tanto. Con questo romanzo storico la casa editrice iDobloni ha deciso di riportare alla luce uno scritto carico di emozione, tratto da un fatto realmente accaduto intorno al 1860 e mai raccontato dalla parte della vera protagonista. Perché Fulvio Capezzuoli è stato un autore che ha sempre unito la ricerca storica alla narrazione con grande precisione e cura delle fonti.
"Quello che leggerai in questo libro sui tanti che sono morti, è la storia di chi voleva rimediare a un’ingiustizia terribile che patirono le genti del meridione. Da quell’ingiustizia sono nati i mali che affliggono queste disgraziate terre."
Il romanzo si intitola “Gli anni del sole stanco” che nel 2008, vinse la seconda edizione del premio letterario Città di Castello e che fu pubblicato, ma poco distribuito e quindi rimasto ai più sconosciuto.Nei mesi scorsi iDobloni sono entrati in contatto con Andrea, figlio di Fulvio Capezzuoli, zampognaro che vive sugli Appennini e depositario di un patrimonio popolare che meriterebbe grande attenzione. Andrea ha confidato di sentire la necessità di recuperare una storia del padre e tra quelle meno note o inedite ha pensato che “Gli anni del sole stanco” fosse quella che meritasse maggiore visibilità. La casa editrice iDobloni ha subito sposato questa idea, convinti di essere davanti a un romanzo di alta qualità e dal forte impatto emotivo. Ed ecco che i Cartesiani si sono arricchiti di una nuova pubblicazione.“Gli anni del sole stanco” narra la storia di Michelina De Cesare, donna del sud considerata da tutti una brigantessa, senza mai aver analizzato i motivi che la spinsero a diventare una fuorilegge. Siamo a metà del 1800 e si sta compiendo la Storia dell’Unità d’Italia. Un’epoca che abbiamo sempre conosciuto con gli occhi dei Savoia e dei garibaldini, ma mai con quelli dei poveri contadini che si videro sottrarre la terra che coltivavano per i loro proprietari terrieri; una terra che per loro era l’unico sostentamento e ragione di vita. Alcuni di loro, nel momento che iniziarono gli espropri, decisero di raggiungere le città più vicine, dove però non erano in grado di fare nulla, mentre altri provarono a ribellarsi alle milizie sabaude e si arroccarono sulle montagne dando vita al brigantaggio.Tra loro anche Michelina De Cesare che non seguì la sua famiglia ma preferì combattere per i suoi ideali. Il suo compito era quello di rubare le armi ai militari, nascondendole sotto la sottana. Le sue gesta però terminarono quando fu catturata insieme ai suoi compagni di brigata e per lei la fine fu tremenda: torturata, seviziata, denudata e trucidata su una pubblica piazza. Questa storia “Gli anni del sole stanco” la racconta mettendo a nudo la crudeltà dei Savoia, il cinismo dei garibaldini, la maggior parte di loro veri e propri mercenari, e un esercito che usava la violenza con fucilazioni nei confronti di tutti coloro che cercavano di far valere le proprie ragioni.
Buona lettura!